sabato 10 dicembre 2011

19 - ADDIO NINO!


 

 È sempre 
duro 
un epilogo:

anche quando è felice sempre epilogo è.

Un happy end chiude comunque una storia, una favola, un film.
Se poi l'epilogo corrisponde alla morte di una persona cara, il suo peso nella vita di chi rimane si fa gravemente sentire.

Nei cinque anni e otto mesi intercorsi tra il matrimonio di Paolina con Antonio e la morte di quest'ultimo, i due sposi-genitori-colleghi hanno vissuto e lavorato
sia insieme che separati.
Dopo la felice parentesi con Ermete Zacconi, che li aveva visti gloriosamente uniti
tra il 1911 e il 1912, le loro strade professionali sembrano dividersi. 
Leggiamo recensioni su Paolina, inserita in Compagnie teatrali diverse,
che non fanno accenno ad Antonio.

La troviamo nel 1911 nella Compagnia Roncoroni,
nel 1912 nella Compagnia di Aristide Arista
e in tournée a Tunisi nel novembre-dicembre dello stesso anno con la Compagnia di Achille Vitti:
continuava imperterrita a macinare teatri su teatri.

E Antonio?

L'eBook in cui è ampiamente trattato l'ultimo anno di vita di Antonio Greco,
gratuitamente scaricabile sulle principali piattaforme internet

Di lui sappiamo poco o nulla fino al 1913, quando nel mese di aprile lo peschiamo nientemeno che in Argentina, impegnato da 14 mesi con la fatidica Compagnia Renzi-Gabrielli.
Col Renzi Antonio (con e senza Paolina) aveva avuto a che fare a più riprese, e questa volta si era fatto portare lontano dalla Patria, a recitare in un repertorio di grande impatto popolare.
Si legge sul libro di Francesco E. Marciano 
ed Evi Camussi Calvi
INFLUENZA ITALIANA NELLA CULTURA RIOPLATENSE 
1853-1915
(1967):
La Renzi-Gabrielli sfrutta la formula dello spettacolo fastoso, con molti personaggi in scena, adattando al teatro romanzi di ampia diffusione, "I tre Moschettieri", "Le avventure di Sherlock Holmes", "Fausta o la principessa terribile", "I figli di nessuno", "Il Ponte dei Sospiri". Il critico commenta: "Dell'opera non diciamo niente, perché l'arte ha ben poco a che vedere con la stessa. Ma in sala fu un delirio...
Ma Antonio è in partenza verso l'Italia, per una sorta di ripicca legata all'inserimento nella Compagnia di un nuovo attore brillante, che lui sospettava chiamato 
a prendere il suo posto e le sue parti.
Malgrado la smentita, anche a mezzo stampa, del capocomico
 (ma non gli daremmo troppo credito, trattandosi di quel Renzi),
Antonio non sentì ragioni e se ne tornò in Patria.

Erano i suoi ultimi giorni di vita.

Leggiamo sul giornale bonaerense TRIBUNA del 1° aprile 1913:

ANTONIO GRECO

El aplaudido actor Antonio Greco, ha dejado de partenecer desde hoy á la compañia Renzi-Gabrielli. Motivos particulares le han obligado á la rescición amigable del contrato. Anoche este artista dió su función de despedida en el Marconi en el drama "Il dragone fantasma", siendo objeto de una cariñosa despedida por parte del público. Sus compañeros de arte lo obseqiueron con un objeto artistico, como recuerdo.

Il Teatro Marconi di Buenos Aires dove recitò Antonio.




In altra parte dello stesso giornale si legge quanto segue:

UNA CARTA DE MATELDI

El cómico Filiberto Mateldi nos envía una carta manifestándonos que su reingreso en la compañia Renzi-Gabrielli fué solecitado por él al "capocómico" Serafin Renzi, y que por lo tanto no fué el citado señor Renzi quien le propuso un contrato. Que el señor Renzi acogió el pedido de Mateldi favorablemente, firmando el contrato, reingresando este artista no en el carácter de "brillante" de la compañia, pues lo era el actor Antonio Greco, sino como actor cómico.
Esto es á proposito de nuestra noticia de ayer.
Queda así complacido el señor Mateldi.


E qui si sente un po' puzza di bruciato...
Il Filiberto Mateldi (tra l'altro ottimo illustratore di libri per ragazzi e caricaturista)
precisa di essere stato lui a chiedere di rientrare in Compagnia, e che il Renzi l'ha accolto a braccia aperte,
ma non per la parte di "brillante", già occupata da Antonio,
bensì per quella di "comico"...

Mah... Sarà...



Filiberto Mateldi, due autocaricature presenti nel Museo del Burcardo, Roma.

Antonio fu irremovibile, e malgrado le rassicurazioni del Renzi volle andarsene: assurda cocciutaggine o perfetta conoscenza dei propri "polli"?

La cosa nell'ambiente fece scalpore, tanto che il Renzi fu costretto,
per salvare la faccia, a spedire lettere a periodici specializzati.


LA SCENA DI PROSA pubblica quanto segue:

PER UNO CHE ANTICIPA IL RITORNO.

Giorni sono, giungeva a Genova, a bordo del "Duca degli Abruzzi", l'attore Antonio Greco, che aveva lasciato volontariamente la compagnia di Serafino Renzi e Lina Gabrielli - il poverino, appena sbarcato in Italia, apprendeva la brutta nuova della morte del padre, avvenuta a Torino un mese prima. Su questa improvvisa decisione del Greco di venir via dalla compagnia Renzi-Gabrielli, ci hanno scritto i compagni del Greco - e hanno tutti sottoscritto - affermando che è stata assoluta volontà del Greco di lasciare la compagnia. E che Greco, essi aggiungono, può vantare di aver avuto dal pubblico bonaerense delle belle attestazioni di simpatia. Essi, poi, separandosi da lui che hanno avuto modo di apprezzare come uomo e come attore, sentono il dovere di dirgli, dalle colonne del nostro periodico, ancora una volta la loro stima e la loro simpatia. Ed eccoli accontentati.
Diamo ora posto a un'altra attestazione che onora il Greco e che ci viene mandata dal suo bravo capocomico, Serafino Renzi, attestazione nella quale i nostri lettori - tra i quali pur sono molti che conoscono Serafino Renzi - troveranno da apprezzare altamente un gesto di coscienza e di generosità dell'operoso e intelligente capocomico:

Buenos Ayres, 4 - 4 - 1913.

Carissimo amico,
Per evitare inutili dicerie o malignità sul ritorno in Italia di Antonio Greco, scritturato come brillante assoluto nella mia compagnia, mi affretto a dirtene la ragione.
Dopo il disastro Gamma, Filiberto Mateldi e Alfonso Margheri rimasero in America; il primo trovò da occuparsi come caricaturista in un periodico importante; il secondo seguì una piccola compagnia che s'internò nei paeselli sudamericani. Tutti e due per ragioni diverse si trovarono molto a disagio, e vennero a pregarmi di accoglierli nuovamente in compagnia, anche con paga modesta e con ruoli non definiti. Acconsentii.
Greco, impressionato dal ritorno di Mateldi, il quale, peraltro, non avrebbe menomamente invaso il suo campo, mi pregò di scioglierlo e di facilitargli il ritorno in Italia.
Dopo averlo più volte, inutilmente, consigliato di recedere dal suo proponimento, con vero dispiacere mio e di tutti i compagni, gli accordai lo scioglimento, ma per mostrargli come io lo stimassi e gli fossi grato dell'opera sua, valorosa ed efficace, prestata durante i 14 mesi di sua permanenza presso di me, oltre al viaggio di ritorno e la paga a bordo, gli ragalai mille lire e la paga americana, nei giorni che restò qui senza recitare, in attesa della partenza del vapore Duca degli Abruzzi.
I compagni gli offrirono un ricordo, e degli ammiratori un banchetto, al quale intervenimmo tutti, e dove l'ottimo Greco, ottimo come uomo e come attore, fu meritatamente festeggiato.
Ti prego di far pubblicità alla presente mentre ti ringrazio e ti stringo con affetto la mano. Tuo amico.
S. Renzi.

Il piroscafo Duca degli Abruzzi col quale Antonio tornò dall'Argentina.

Una lettera dello stesso tenore viene spedita dal Renzi a un altro giornale, L'Arte Drammatica, che pubblica però integralmente anche quella dei compagni di lavoro:

Buenos Ayres, 4 - 4 - 1913.

Egregio Signor Polese, La preghiamo vivamente a voler pubblicare integralmente la seguente dichiarazione sul suo pregiato Giornale.
Noi componenti la compagnia drammatica Renzi-Gabrielli, a scopo di pura verità e per evitare supposizioni inopportune e maligne che potrebbero ledere artisticamente un nostro compagno, ci teniamo formalmente a dichiarare quanto segue.
Il sig. Antonio Greco, scritturato dal signor Renzi brillante solo ed assoluto per l'anno comico 1913-1914, lasciò la compagnia di sua spontanea volontà per delicate ragioni di amor proprio.
Che queste ragioni furono completamente approvate dai compagni e dal signor Renzi, che pagò al sig. Greco l'intera penale, il viaggio di ritorno e la mezza paga di viaggio.
Che questa sua uscita dalla compagnia non avvenne né per deficienza artistica dell'attore, né per qualità morali dell'uomo... Prova ne siano le numerose attestazioni di simpatia e di affetto che gli vennero tributate dal pubblico di Buenos Ayres e dal capocomico sig. Renzi.
E noi, compagni suoi, spiacenti ed addolorati di questo fatto che ci separa, lontani dalla Patria, da un amico sincero; quantunque si approvi completamente il suo modo di agire; uniti ci sottoscriviamo per attestargli tutta la nostra stima e l'alta considerazione in cui lo riteniamo sia come attore che come compagno.

(Seguono 20 firme, tra le quali non compaiono né quella del Mateldi né quella del Margheri).

L'articolo termina:

Il Greco, che si era imbarcato sul Duca degli Abruzzi, già è arrivato ed è a Milano disponibile.


Cosa pensare di tutto ciò?
Antonio aveva forse un caratterino tutto suo, ma probabilmente non aveva nemmeno tutti i torti.

La lettera dei compagni differisce da quella del capocomico in un punto essenziale: la completa e incondizionata loro condivisione della decisione di Antonio di andarsene: come a dargli ragione 
("... quantunque si approvi completamente il suo modo di agire..."). 
E l'ostentata generosità (pelosa) del Renzi non sarebbe stata altro che il minimo tributo pagato per liberarsi di un attore che non gli serviva più.
Forse.
Ricordiamo la lettera di Paolina al marito, quella in cui parla, sottolineandola, della "generosità" del Renzi (si veda il capitolo n. 16 di questo Archivio)...

Insomma, Antonio torna in Italia col piroscafo, stanco, malnutrito come il suo solito, e appena sbarca, come se non bastasse, viene a sapere della morte del padre, avvenuta un mese prima.
Non ne era stato avvertito? Gli era stata tenuta nascosta? Chissà.
E Antonio non sta bene.
Si leggeva già su un articolo del 1912:

UN ATTORE CHE HA BISOGNO DI RIPOSARE

È Antonio Greco, il bravo generico primario della compagnia Renzi-Gabrielli. La soverchia fatica della quaresima nelle condizioni deboli di salute del giovane attore gli è stata un po' nociva. Fattosi visitare, gli è stato prescritto, se non vuole che il male si acuisca e degeneri, riposo assoluto. E gli sono state imposte cure scrupolose. Il Greco perciò martedì lasciò la compagnia Renzi per recarsi a chiedere asilo e cure al Sanatorio di Gerbido Torinese.

Un altro articolo dello stesso periodo ci racconta:

Dopo qualche giorno Antonio Greco lasciava la compagnia per chieder asilo e cure a un Sanatorio di Torino, in una stanza a pagamento.


Una veranda di cura del Sanatorio di Gerbido Torinese all'epoca in cui vi soggiornò Antonio.
Antonio non stava bene neppure prima.
Questi due articoli sono precedenti alla tournée americana.

Tornato in Italia, Antonio stava per morire.
Nel 1913 viene arrestato il Mahatma Gandhi (vedi in testa una sua foto giovanile),
l'Arena di Verona inizia l'attività lirica con l'Aida per il centenario della nascita di Giuseppe Verdi.
Nascono Richard Nixon e Alan Ladd,
Gerald Ford e Jesse Owens:
gente che ha fatto grande e piccola l'America;
Vasco Pratolini e Albert Camus:
gente che ha fatto grande l'Europa.

E per Antonio arriva, troppo presto, la fine. 
Rientrato in attività con la sua vecchia Compagnia Zannini, insieme alla moglie, invece di riguardarsi si avventura in una tournée nel Sud Italia. 
Notizie di stampa ci informano che Renzi, tornato a sua volta dall'Argentina, aveva deciso di riprenderlo offrendogli un contratto vantaggioso, decisione però vanificata poco dopo dall'annuncio di nuovi problemi di salute di Antonio, che comunque resta vicino alla moglie nella tournée dalla quale però, malato, deve distaccarsi per fare ritorno a Torino, dove infine, il 7 dicembre 1913, trova la morte.

Dalla rivista La Scena di Prosa del 13 dicembre 1913:

Antonio Greco.
La giovine esistenza dell’attore che portò questo nome, minata da un male che non perdona, cedé, il 7 corrente, alla dea implacabile.
La vedova, l’attrice Paolina Pezzaglia-Greco, ci ha telegrafato da Comiso, esprimendo parole di gratitudine per tutti i buoni amici che, nella luttuosa circostanza, si prestarono amorosamente.
Il Greco aveva otto o nove anni d’arte. Era un attore che, se avesse avuto buona salute, si sarebbe fatto un buon nome. Due anni or sono era stato con Zacconi. Passato con Renzi, avea, al principio di quest’anno comico, assunto il ruolo di brillante. E Renzi ne era molto contento. Ma dall’America, dove avea seguito il suo capocomico, egli lo avea preceduto di alcuni mesi nel ritorno, a causa della salute malferma.
Alla fossa di questo bravo giovane che scompare, il nostro pensiero di sincerissimo rimpianto. E, alla vedova, condoglianze.


 Dalla rivista Il Piccolo Faust:

Necrologio.
Minato dal male terribile che non perdona, la tisi, dopo sofferenze atroci, Antonio Greco fu dal male fiaccato ed è morto, ancor giovane d'anni. Artista volenteroso il povero Greco avrebbe potuto fare una bella carriera se il male insidioso lo avesse permesso. La vedova Paolina Pezzaglia Greco desolata per la sciagura che la colse ci prega di ringraziare i buoni che ebbero per lei affettuose parole di condoglianze. Il povero Greco spirò nella mattina di domenica spegnendosi dolcemente. Riverenti salutiamo la sua Memoria ed inviamo alla vedova le nostre condoglianze sincere.

E da un quotidiano:

La morte di un artista.
È morto di questi giorni appena ventottenne il promettente attore Antonio Greco, torinese.
Era ritornato di recente dall'America dov'era stato colla Compagnia Renzi-Gabrielli in qualità di attore brillante.
I suoi funerali, ai quali parteciparono in gran numero gli artisti drammatici presentemente a Torino,
riuscirono una spontanea dimostrazione di compianto.
Lascia la moglie, la distinta attrice Paolina Pezzaglia,
ed un bimbo appena cinquenne.

Dal libro 
IL TEATRO ITALIANO NEL 1913
Necrologi.
(Vi sono elencati tutti gli attori e operatori teatrali morti nel 1913, iniziando dalla località in cui è avvenuto il decesso): 

A Comito (errore di stampa per Comiso, che è anche un errore storico, essendo Antonio morto a Torino, ndr). 
Antonio Greco, giovine attore drammatico, che faceva parte della Compagnia Renzi, dopo aver recitato con Zacconi. 


Tutto qui. Peccato.




ADDIO, NINO!

Antonio Greco è su Wikipedia:


http://it.wikipedia.org/wiki/Antonio_Greco_(attore)


TUTTO QUI?
CREDEVAMO CHE FOSSE TUTTO QUI

Ma Antonio ci ha lasciato qualcosa, proprio al limite della sua vita. Solo nel 2021 scopriamo che nel 1913, pochi mesi prima della morte, Antonio girò due film con Roberto Roberti (Vincenzo Leone, padre di Sergio Leone), uno dei quali rimasto nella storia del cinema come l'antesignano degli Spaghetti Western. Per noi grande sorpresa, perché ignoravamo del tutto che Antonio avesse fatto anche del cinema. 
Merita anche lui la sua piccola rassegna cinematografica.

FILMOGRAFIA DI ANTONIO GRECO

LA TORRE DELL'ESPIAZIONE
1913
Aquila Films
Torino

Regia: Roberto Roberti (Vincenzo Leone)

Cast (in ordine alfabetico):
Antonietta Calderari, Federico Elvezi, ANTONIO GRECO ("Signor Greco"), Giovanni Pezzinga, Roberto Roberti, Angiolina Solari, Bice Waleran.

Lunghezza mt. 1219/1300 (in quattro parti) 
Visto Censura n. 1443 dell'1/12/1913
Disponibilità della copia: agosto 1913




Il film esce nel 1914 negli Stati Uniti col titolo "Tower of terror", in Brasile ("A Torre de Expiaçao"), in Francia ("La tour de l'expiation"), in Spagna ("La torre de la expiation").


LA VAMPIRA INDIANA
1913
Aquila Films
Torino

Regia: Roberto Roberti (Vincenzo Leone)

Cast (in ordine alfabetico):
Antonietta Calderari, Federico Elvezi, ANTONIO GRECO ("Signor Greco"), Giovanni Pezzinga, Roberto Roberti, Angiolina Solari, Bice Waleran.

Lunghezza mt. 1200 (in quattro parti)
Visto Censura n. 2061 del 22/12/1913
Disponibilità della copia: 24 dicembre 1913




Il film esce nel 1914 in Portogallo col titolo "Vampira", in Spagna ("La vampira india"), in Francia ("La vampire indienne"), negli Stati Uniti ("Indian vampire").

Abbiamo scovato un'utilissima
RECENSIONE DI ENTRAMBI I FILM
su La Vita Cinematografica n. 1 del 7/1/1914

"Queste due ultime films della nota Casa torinese, La vampira indiana La torre dell'espiazione, sono entrambe da apprezzare, sia per l'esecuzione artistica che per messa in scena, accurata ed appropriata. La prima è migliore, artisticamente, dell'altra, e questa ci sembra più interessante per il pubblico, ed in qualche momento è emozionante.
Gli artisti, in tutt'e due le films, hanno concorso efficacemente all'ottima riuscita di esse, e citiamo principalmente: la Calderari, la Waleran, il Roberti, l'Elvezi, il Pezzinga, la Solari ed il povero Greco, morto in questi giorni.
La messa in scena - ripeto - è lussuosa, ed i luoghi scelti per gli esterni suggestivi e indovinati. Notai qualche pecca nella parte fotografica, ma in complesso anche questa è buona".
Il Rondone

E qui il buon Rondone ci toglie ogni dubbio, caso mai ne avessimo, sull'identità di quel "Signor Greco", scrivendo che "il povero Greco" era morto proprio in quei giorni, i giorni dell'uscita di quei due film che Antonio, morto il 7 dicembre, quasi certamente non riuscì a vedere.


Gli altri film girati da Roberto Roberti nel 1913 e in alcuni dei quali potrebbe figurare anche Antonio, sono:

"Il fuoco della redenzione".
"La folgore".
"Sua maestà il sangue".
"La palla di cristallo".
"La prigione d'acciaio".
"L'ultima vittima".
"L'assassina del ponte Saint Martin".
"La iena dell'oro".
"Il suicida n. 359".
Per motivi di tempistica riteniamo possibile l'eventuale presenza di Antonio, della quale non abbiamo al momento prova alcuna, soltanto negli ultimi 4 titoli. Ma forse è troppo, per un uomo che stava per morire.

Film scomparsi, ma non disperiamo che da qualche parte, nel mondo, riaffiori qualche spezzone di pellicola che riporti alla vita le immagini dello sventurato Antonio, di cui non abbiamo che 6 foto. 
La sua memoria meriterebbe di più.



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